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al testo di Adielle
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Sorella nella notte te ne stai? Tutta arresa perchè mai arresa al paradosso del ventriloquo. Chi ti parla non sorride più di una volta al giorno e già i paragoni incalzerebbero se non ne fossimo così gelosi. Per averti di torno rinuncerei volentieri alla mia sciarpa portafortuna la stessa da quando avevo nove anni ancora la pereferisco alle idi di marzo o a quella di pelo di Yak, comprata rigorosamente d' estate quando il caldo è una cerimonia collettiva cui cerco di sottrarmi per mancanza di fede. Come non voler sentire quello che ora hai da dire per viaggi di nozze incontaminati prendo il bivio che risale fin su alla cima dalla cima al cappio il passo è breve ci puoi consumare un tacco da dodici o una ruota da quindici o un ago di pino buono per certi fischi acuti da recupero ormeggi in campi minati che non ti saprei dire quando mia madre caduta, non è arrivata al letto io, da solo, il suo peso a peso morto non lo sollevo a braccia e diventa tutto un grande lamento rituale il suo voglio morire in mancanza di una sorte migliore poi ci coordiniamo, fa leva sui piedi goffi da orsoacchiotto appena nato e io la prendo per le braccia questa mia piccola donna cannone che non ha imparato a volare e la ricompongo sul materasso la copro con le coperte e mi vado a fare una canna, come ricompensa salto la cena. Pro memoria flussi saggezza a strappi lenzuola fresche di buchi la musica si espande Mercurio in quale decade? Coraggio al tuo mentire è questione di succhiare via il veleno dalla ferita anche se la posizione è scomoda ti sognano i pensieri quando non odorano di te accovacciata in un porto a forma di ventre sii adatta al soffio del vento se vuoi partorire casca il mondo casca la terra tutti giù per guerra per darla vinta alla violenza tutto purchè non si combatta e la pazienza languida disarmante si conceda un' inversione di marcia al passaggio di stato occhio per occhio dente per dente distratto garbato perduto d' un fiato rotto il giocattolo sento diverso in funzione di questo anch'io cambio altrimenti resterei volentieri lo stesso nonostante non mi piaccia affatto è una questione di comodità e di opportunità a che velocità il cervello le calcola? Tanto che il pensiero si sdoppia per essere trino. Porterò la cenere in dono ai tuoi cavalli per la brace delle loro criniere per un galoppo fluido senza nodi solo sirene d' allarme e buon vino nelle botti a concedersi nella corsa del tuo andare avanti ad oltranza a capo chino nel senso di marcia nel senso di fuori moda fuori tempo massimo mi deprimo qualche giorno di maggio per la noia di non essermi piaciuto poi smetto di guardarmi c' è un' alba blu a forma di parola là fuori, che non sa come ti chiami gridaglielo abusando di un cristosanto che vi prometto di non pronunciare mai più con la mano scrociata.
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